venerdì 8 maggio 2009

Il terremoto, il libretto casa e l’Anci

Sembra che il terremoto de L’Aquila e di parte della sua provincia abbia aperto la strada a tutti quei provvedimenti che più volte erano stati proposti e che da più parti, ovviamente da Confedilizia in primo luogo, erano stati non solo contestati, ma anche contrastati con successo nelle rispettive sedi di competenza. Alla polizza contro le calamità naturali (ma lo sono sempre?) sulla quale abbiamo espresso nelle settimane precedenti la nostra opinione - con particolare riferimento a quanto già viene corrisposto dai proprietari di casa ai consorzi di bonifica per interventi su corsi d’acqua di varia importanza e senza considerare quello che già viene prelevato per lo stesso motivo dalla fiscalità generale – viene ora ad aggiungersi un vecchio cavallo di battaglia da parte di lobby interessate alla creazione di questo nuovo bussiness: il libretto casa. Non poteva mancare, ovviamente fra coloro che spingono per istituire questo strumento, bocciato più volte per i ricorsi da noi promossi, l’Anci, sempre pronta ad imporre oneri a condomini e proprietari di casa. L’associazione menzionata non solo ha riproposto l’adozione del “libretto casa”, ma avanza anche la pretesa di indicare le soluzioni per raggiungere lo scopo, suggerendo che il libretto “venga redatto in una veste semplificata eliminando tutti gli aspetti problematici che hanno causato il ricorso al Tar della Confedilizia”.
Dall’Anci viene tuttavia dimenticato, volutamente, che la questione del libretto non può essere semplicemente risolta con delle “semplificazioni”: la legge – come chiaramente e testualmente specificato dalla sentenza del Tar – “non ammette interventi ed opere generalizzate sugli edifici di qualunque genere, età e condizione. Di conseguenza, sempre secondo la disposizione cui ci riferiamo, gli accertamenti, al fine di evitare oneri eccessivi e senza riguardo al loro peso sulle condizioni economiche dei proprietari, devono essere suggeriti solo in caso di evidente indifferibile ed inevitabile necessità, se del caso con graduazione dei rimedi da realizzare”.
Evidente quindi che il libretto casa è connesso solo a quei casi di necessità “evidenti, indifferibili ed inevitabili”! Ma probabilmente – anzi certamente – l’Anci, sempre pronta a pontificare, dovrebbe avere il buon gusto di continuare la lettura della sentenza del Tar. Così facendo apprenderebbe che nella medesima norma si dice anche questo: “né vale obiettare che, in fondo, il fascicolo serve alla massimizzazione della sicurezza e ad evitare tragedie quali quelle connesse a crolli di interi edifici, in quanto, nei casi di specie (casi di crolli, n.d.r.), mancò non già il fascicolo di fabbricato, bensì un attento controllo pubblico che sarebbe stato necessario esercitare per tempo e che le P.A. aveva e ha titolo di svolgere indipendentemente dall’esistenza del fascicolo stesso”.
Ci permettiamo far notare all’Anci ed ai suoi autorevoli rappresentanti che dall’evento tragico del terremoto in Abruzzo – e non erano da meno altre calamità pseudo naturali occorse nell’ultimo cinquantennio – si sarebbero dovuti trarre insegnamenti molto più importanti ed indicazioni più esaustive di un semplice “libretto casa”. Fra questi, ad esempio, la necessità da parte degli enti locali (che poi sarebbe un semplice atto dovuto ) di svolgere il proprio compito di controllo sui progetti presentati e, più ancora, sull’osservanza delle norme, ovviamente anche quelle sismiche, all’atto della costruzione degli edifici Non sarebbe questo il compito più importante?

Nessun commento: