martedì 2 marzo 2010

«Attenti agli onorari troppo bassi»

Antonio Esposito (Confedilizia) su Metropoli aveva denunciato il “rischio mazzetta”. «Chi chiede poco, arrotonda in altri modi»
FRANCESCO PINI
Ammette che il fenomeno esiste. Anzi, lo aveva già ammesso nel suo intervento su Metropoli di venerdì scorso. Antonio Esposito, delegato di Confedilizia di Campi Bisenzio e Signa, scriveva che c’è «un aspetto che a prima vista potrebbe essere considerato secondario ed invece sta diventando sempre più una forma di malcostume e di comportamento eticamente scorretto nei confronti dei condomini ed ancora di più verso quegli amministratori che hanno ritenuto – con comportamenti corretti – di valorizzare la professione rifiutando la logica delle “mazzette” sui lavori e/o servizi».
Dunque Confedilizia ammette che il fenomeno esiste: ma che possono fare i condomini per tutelarsi? Chiedere copia della fattura?
«Se si conteggia un servizio chiaramente inesistente la copia della fattura può servire, ma se c’è solo un preventivo maggiorato di una percentuale del 10%, è difficile che i condomini vadano a controllare e che comunque riescano a dimostrare qualcosa».
Lei però ha scritto che proprio i condomini dovrebbero essere i primi a darsi una svegliata: in che senso, se è così difficile scoprire i raggiri?
«Ci vuole un’attenzione preliminare: con la crisi di oggi c’è una corsa a cercare l’amministratore con l’onorario più basso. E’ ovvio che i cittadini fanno bene a scegliere il servizio più economico, ma quando ci sono ribassi eccessivi devono stare in guardia: chi chiede troppo poco, spesso arrotonda con metodi scorretti. La conseguenza è doppia: da una parte il costo del servizio per il condominio è maggiore di quanto appare, dall’altra c’è un danno per l’erario perché si incassa 8mila e si dichiara mille, perché gli altri 7mila entrano in modo illecito».
Quindi che devono fare i condomini?
«Non devono gettarsi a capofitto sull’offerta più bassa, devono premiare la correttezza, isolare quella forma di “corruzione” che alla fine è un danno per tutti».
E chi altri deve agire per contrastare il fenomeno?
«Servono più controlli fiscali, soprattutto quando è lampante che gli onorari degli amministratori di condominio sono troppo bassi per giustificare i costi di uno studio professionale, oppure quando risulta che un professionista ha un reddito più basso del suo dipendente. In questi casi è altamente probabile che ci siano degli “arrotondamenti” non leciti».
Il ruolo degli artigiani?
«Anche loro hanno delle responsabilità, dovrebbero rifiutarsi di lavorare per chi pretende dei compensi “extra”».
Gli amministratori di condominio che operano in provincia di Firenze oggi sono qualche centinaio: circa trecento sono quelli iscritti alle associazioni di categoria, più altri non iscritti e una schiera difficilmente quantificabile di professionisti che svolgono anche questa occupazione come secondo lavoro, nei “ritagli” di tempo.

da Metropoli Campi Bisenzio-Signa