venerdì 29 maggio 2009

Acqua: il confronto tra Publiacqua, difensori civici e Confedilizia. Qualcosa si muove!

Il Convegno organizzato da Confedilizia Delegazione di Campi Bisenzio-Signa e la sede territoriale di Firenze dell’associazione con la collaborazione della Presidenza del Consiglio comunale di Campi Bisenzio, svoltosi il 21 Maggio u.s. presso l’Auditorium della Cassa di Risparmio di Firenze ha rappresentato una svolta importantissima nell’ottica della realizzazione di una base permanente di confronto fra tutti coloro che operano nel settore dei servizi idrici e/o ad essi rivolgono parte della loro attività.
Essere riusciti a mettere insieme – forse per la prima volta - il Presidente di Publiacqua, Amos Cecchi, il difensore civico regionale, Giorgio Morales, quello di Firenze, Alberto Brasca, e dei comuni della piana, Emanuele Pellicanò, oltre ai vertici di Confedilizia Firenze e di Campi Bisenzio-Signa, Nino Scripelliti ed Antonio Esposito, in rappresentanza dei proprietari di case e degli amministratori di condominio, costituisce un segnale importantissimo sulla volontà reciproca di conoscere i problemi e di poterli quindi affrontare in futuro nel modo migliore a tutto vantaggio dei cittadini-utenti.
Sul tavolo sono state poste tutte le questioni che rappresentano la quasi totalità di quelle segnalate ai difensori civici dai cittadini nonché quelle problematiche che gli amministratori di condominio od i singoli proprietari di casa si trovano ad affrontare quotidianamente diventando fonte di discussioni, lamentele e proteste nei confronti dell’ente erogatore del servizio, ma – cosa più importante – con un confronto, aperto e chiaro, sono state avanzate proposte per il miglioramento del servizio e dei rapporti tra Publiacqua ed utenti da realizzarsi anche mediante altri incontri ed una valorizzazione delle commissioni congiunte.
Il difensore civico del Comune di Firenze, Alberto Brasca, dopo aver premesso che le pratiche delle quali si occupa il suo ufficio non hanno un valore statistico, si è soffermato “sulle molte lamentele che derivano dalla mancata effettuazione delle letture dei contatori, così come previsto dalla carta dei servizi, con emissione di bollette con importi elevatissimi. Il problema diventa drammatico se tra una lettura e l’altra si verifica una perdita occulta. In questi casi si raggiungono cifre consistenti alle quali gli utenti a volte non sono in grado di far fronte”. Altro motivo di lamentele rivolte al difensore civico è costituito dalla mancanza di chiarezza delle bollette – non solo di Publiacqua ma soprattutto di quelle delle ditte “recapitiste” – che sono “compilate con formule spesso molto generiche, per cui anche per noi è difficile arrivare a capirne il significato ed il perché”. Infine – ha affermato Brasca – esiste la nota dolente del deposito cauzionale cioè la cifra che l’utente versa quando sottoscrive il contratto. “A Firenze sono frequenti casi di contratti dalla durata anche di pochi anni, esempio tipico il caso degli studenti, e quando il contratto viene interrotto non si sa più a chi richiedere la restituzione del deposito. I soldi infatti sono stati pagati al recapiti sta che poi li ha girati a Publiacqua per cui se li chiedi al primo ti dicono di rivolgerti alla seconda. E con Publiacqua il problema è… molto confuso!”.
Un problema, segnalato anche dagli altri difensori civici visto che è esteso a tutto il territorio, che Brasca definisce “dramma” è costituito dalla chiusura dell’acqua. “A volte, per un solo utente moroso, chiudono l’acqua a tutto il condominio, anche a tutti gli utenti che hanno pagato regolarmente. Chi ha sempre pagato vive ovviamente tutto questo come un ingiustizia profonda, inoltre spesso le informazioni sono assai deboli: Publiacqua fa una sorta di “cassettinaggio”, mette nelle cassette dei fogliolini che possono andare facilmente perduti. E’ successo che i cittadini si siano visti togliere l’acqua senza alcun preavviso”.
Il difensore civico dei comuni della piana, Emanuele Pellicanò, ha evidenziato come i problemi sollevati dai cittadini siano in gran parte analoghi con al primo posto “le perdite occulte, aggravate dai ritardi nelle letture dei contatori e nelle fatturazioni. Proprio le fatturazioni poco frequenti, al ritmo di una bolletta all’anno, sono un’altra nota dolente, mentre ancora poco conosciuta è l’assicurazione contro le perdite occulte, la polizza che con pochi euro all’anno consente di coprire eventuali “bollette pazze” dovute proprio alle falle nelle tubazioni. Anche nella piana si lamentano spesso bollette incomprensibili e difficoltà nel farsi restituire il deposito cauzionale”. Interessante e da valutare – per Pellicanò – è un problema che sembra riguardare soprattutto Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio: quello delle corti interne. “Ci sono “zone grigie” dove il confine tra l’area pubblica e quella privata è incerto, anche per gli uffici comunali, e non si riesce a stabilire chi debba intervenire per riparare un guasto. A Calenzano si aggiungono i problemi di interruzione del servizio, con i rubinetti che restano all’asciutto come è successo anche nel palazzo comunale. Importante è anche la questione relativa a chi acquista una casa di nuova costruzione con il costruttore che assicura dell’esistenza della rete idrica per gli allacciamenti mentre Publiacqua sostiene la necessità di realizzare una nuova rete. Si ha l’impressione, forse più che questa, di uno scaricabarile ed un rimpallo di competenze nel quale il cittadino viene stritolato”.

Toscana: edilizia sempre più in crisi

Si è per il momento infranto il sogno della maggior parte delle famiglie toscane, ma soprattutto di giovani coppie, che mettevano al primo posto dei loro desideri una casa di nuova costruzione in una bella zona – possibilmente residenziale – e, magari, dotata di garage e giardino. La crisi ha contribuito notevolmente, anche se i primi segnali si rilevavano già precedentemente, ad infrangere questa speranza ed alle difficoltà già notevoli provocate dai costi dei mutui si sono aggiunti i problemi creati dalla consistente incidenza del carico fiscale che grava in modo molto più alto sulle nuove costruzioni che nei confronti di quelle usate. Si tratta di un rapporto di tre ad uno (per semplificare da circa il 10% per le nuove case al 3% per quelle usate) che in tempi di difficoltà economiche e di accesso ai mutui sono pur sempre un carico non indifferente per gli eventuali acquirenti. La conseguenza più importante e gli effetti più rilevanti sono che, praticamente, il mercato delle nuove abitazioni è del tutto fermo anche se gli effetti recessivi sono sentiti da tutto il comparto dell’edilizia con prospettive certamente non rosee per tutto il corrente anno. Già nel corso dello scorso anno 2008 le compravendite avevano registrato una flessione consistente – a due cifre – con punte di oltre il 18% in meno per la provincia ed un risultato di quasi il 14% di riduzione per i capoluoghi per gli acquisti effettuati senza ricorso ai mutui, mentre ancora più significativa è la flessione delle compravendite che si avvalgono dell’aiuto delle banche scese nel corso dello stesso anno di oltre il 27%. Tutto ciò dimostra che ad una chiara difficoltà di accedere ai mutui per un diverso atteggiamento delle banche, chi acquista una casa preferisce un atteggiamento prudenziale, confermato anche dalla lunghezza dei mutui stessi (allungata di oltre il 2%) od usufruire di risorse proprie.
Altro dato significativo è quello che riguarda la durata delle trattative che sono passate da circa tre a sei mesi ed oltre evidenziando la volontà del venditore di ottenere dalla cessione del bene il massimo possibile – il più vicino alle valutazioni del 2008 – e quella dell’acquirente di ottenere il massimo sconto. Risultato di tutto ciò è il sostanziale ristagno delle trattative e la consistente riduzione delle quotazioni immobiliari per il settore delle abitazioni che scende di un 12% nei capoluoghi e di un 15% nella provincia (rispettivamente –17% e –15% per il comparto commerciale) ed una flessione impressionante del fatturato delle agenzie immobiliari sceso in generale di oltre il 20% ed una situazione più grave per la nostra città che raggiunge il 25%, con punte di oltre il 30% nel terzo trimestre dell’anno 2008.
E’ evidente che questa situazione è ancora più rilevante e drammatica ove si consideri che nell’economia del paese – e le nostre zone non fanno eccezione – il settore dell’edilizia è da sempre considerato determinante per le sorti dell’intero sistema socio-economico italiano e la crisi di questo settore è indicativa delle difficoltà della nazione nel suo insieme. Ai grossi problemi occupazionali che si vengono a determinare (oltre agli addetti al settore edile si deve considerare anche tutto l’indotto ed i servizi ad esso collegati) si creeranno non poche difficoltà per la maggior parte dei comuni italiani che spesso, forse troppo, hanno basato i propri bilanci sulle entrate degli oneri urbanistici non preoccupandosi di intervenire con provvedimenti strutturali per la conduzione amministrativa e meno che mai con una sana politica di riduzione dei costi.

venerdì 22 maggio 2009

Firenze: una nuova via per le locazioni

Il Comune di Firenze, rappresentato dall’assessore al patrimonio, e le organizzazioni sindacali degli inquilini e dei proprietari - compresa ovviamente Confedilizia - hanno stipulato un protocollo d’intesa che prevede il rimborso dell’I.C.I. (imposta comunale sugli immobili) ai proprietari che cederanno in locazione un appartamento, alle condizioni previste dall’articolo 2 della Legge 431/98, senza incrementare il canone rispetto al precedente accordo del 2004. Con questo accordo, che sarà deliberato nel corso della seduta di giunta del 19 Maggio 2009, è stato dato un contributo importantissimo alla sottoscrizione delle intese territoriali sulle locazioni abitative da parte delle organizzazioni sindacali degli inquilini e quelli dei proprietari: un passo – piccolo ma significativo – per la riduzione del carico fiscale che grava sulle locazioni, anche se la speranza di Confedilizia è sempre orientata all’applicazione della cedolare secca sui redditi derivanti dall’affitto. L’accordo non prevede questa possibilità per le grandi proprietà come gli istituti bancari, compagnie assicurative, cooperative o comunque tutti i soggetti che hanno una disponibilità di oltre 30 unità immobiliari in locazione ad uso abitativo.
Confedilizia ha espresso il più vivo apprezzamento per questa iniziativa, che assume ancora più importanza in quanto finalizzata a sostenere gli inquilini in un periodo di grave crisi economica. Col provvedimento, si creano inoltre le condizioni per un possibile allargamento del mercato delle locazioni agli immobili sfitti ed il contestuale ed auspicabile abbattimento del fenomeno degli affitti in nero.
Interessante la prevista istituzione di un “sistema informativo che comprende un osservatorio territoriale per il monitoraggio del mercato abitativo, una commissione per la formazione professionale degli operatori del settore e un’agenzia per favorire lo sviluppo del mercato agevolando l’incontro tra domanda ed offerta”. Eccellente la decisione di “istituire un fondo con finalità di solidarietà per sostenere gli inquilini che non sono in grado di pagare l’affitto a causa di motivi di salute, licenziamento e disagi economici dovuti a rapporti di lavoro precario”.
Questa la notizia che nella sua essenzialità dice moltissimo in merito al problema delle locazioni. Vorremmo aggiungere che finalmente quello cha da molto tempo sollecitiamo – come la costituzione di una commissione e di un sistema informativo – comincia a trovare interlocutori e condivisioni sia nell’ente pubblico che nelle associazioni degli inquilini. La nostra posizione è sempre stata quella di prestare la massima attenzione nei confronti di un problema che abbiamo sempre visto non solo in funzione del nostro ruolo di rappresentanti della proprietà diffusa, ma anche degli inquilini, ritenendo importantissimo un impegno sinergico delle associazioni ai fini di trovare le soluzioni più giuste e soprattutto eque nei confronti dei soggetti che vivono sulla propria pelle la difficoltà di trovare una casa e di essere in grado di sostenerne i costi. Non una visione settaria, quindi, ma un contributo forte della nostra associazione per la soluzione di una delle questioni più importanti del nostro paese: la casa. Ci auguriamo che quanto prima sia possibile giungere ad accordi analoghi con tutti i comuni della provincia, ma, ovviamente, non abbandoniamo la battaglia più importante, costituita come già accennato dall’applicazione della cedolare secca sui redditi di locazione. Nel cassetto abbiamo le lettere di impegno del governo ed anche di rappresentanti dell’opposizione. Sarebbe opportuno che qualcuno cominciasse ad assumere le iniziative conseguenti. Solo allora raggiungeremo il massimo delle possibilità per sbloccare finalmente questo settore.

venerdì 15 maggio 2009

Acqua: un convegno per “schiarirsi” le idee

Spesso gli organi di informazione (radio-televisivi e carta stampata) riportano notizie di proteste da parte dei cittadini. Sono sovente le associazioni dei consumatori a puntare il dito contro la gestione del servizio dell’acqua e, in modo particolare, sul problema delle tariffe che rappresentano un ragguardevole onere per le famiglie soprattutto in una fase di crisi economica andata ad aggravare una situazione di difficoltà già palese in molti settori della popolazione. Inoltre, con sempre maggiore frequenza, i rapporti dei difensori civici sulle istanze presentate loro dai cittadini vedono al primo posto proprio le lamentele connesse all’acqua ed al servizio di bollettazione.
Ci sembrava opportuno fare un punto sulla situazione ed eventualmente suggerire, nell'ottica dell’utente, gli eventuali possibili interventi tesi a rendere più efficiente e più equo un servizio essenziale come la fornitura dell’acqua, bene sempre più prezioso di cu evidentemente non è possibile fare a meno – ovviamente senza gli sprechi che in passato erano frequenti e più estesi di quanto si possa pensare - ove si voglia mantenere quel livello di civiltà raggiunto dai paesi occidentali.
Lungi da voler intervenire in questa sede sulla questione ampiamente dibattuta dei metodi di gestione di un bene prezioso come appunto l’acqua – se deve essere cioè pubblica o privata - e meno che mai nell’ambito politico mediante un’analisi del mondo delle partecipate – come la maggior parte delle aziende erogatrici del servizio – in questo incontro vorremmo esclusivamente esaminare le problematiche delle tariffe (proprio come dice il titolo del convegno “dal rubinetto al depuratore”), i riflessi della recente sentenza della corte costituzionale sul canone di depurazione, le modalità di svolgimento del servizio di bollettazione per i condomini e le implicazioni dei contratti di erogazione del servizio nell’ambito dei condomini.
La presenza al convegno citato di relatori come il massimo rappresentante di una delle aziende leader del settore, Publiacqua – il Presidente Amos Cecchi – e dei Difensori Civici Regionale (Giorgio Morales), della città di Firenze (Alberto Brasca) e dei Comuni della Piana (Emanuele Pellicanò) costituiranno da una parte la garanzia di un esame approfondito del “mondo dell’acqua” e dall’altra la speranza che possano scaturire proposte concrete, se non altro per l’esperienza e la professionalità delle personalità di cui sopra.
Da parte nostra – di Confedilizia Firenze e della delegazione di Campi Bisenzio e Signa – possiamo essere già in partenza soddisfatti (ed anche un po’ orgogliosi) dell’opportunità che offriamo, non solo ai nostri iscritti, ma a tutti i cittadini ed in particolare agli operatori del settore, di confrontarsi con le persone che meglio di chiunque altro conoscono il mondo dell’acqua ed i suoi problemi.
Sarà nostro compito non farci sfuggire l’occasione eccezionale che si presenta trasformandola in un’opportunità – anche futura – di lavorare insieme per migliorare un servizio vitale.

venerdì 8 maggio 2009

Finanziaria 2008: riqualificazione energetica e fisco

Un bonus fiscale super con possibilità di recupero opzionale. Queste in estrema sintesi le novità introdotte dalla finanziaria 2008 che ha previsto la possibilità per il contribuente di ripartire il credito fiscale del 55% delle spese sostenute in un numero di rate di uguale importo non inferiore a tre e non superiore a dieci sulla base di una scelta che dovrà essere espressa dal contribuente all’atto della prima detrazione e non sarà più modificabile. Restano escluse da questa opportunità le spese sostenute nell’anno 2007 che saranno soggette all’obbligo di detrazione in tre rate annuali come precedentemente previsto.
La super detrazione fiscale è un beneficio riservato a quei contribuenti che, sulla base di un titolo legale, possiedono o detengono un immobile per il quale sono stati effettuati interventi per conseguire un risparmio energetico nonché i condomini quando detti interventi sono stati realizzati sulle parti comuni condominiali. La detrazione sarà consentita anche al familiare convivente (la convivenza deve essere stabile e non limitata ed episodica - come chiarito dall’Agenzia delle Entrate – e che esista prima dell’inizio dei lavori) del possessore così come al detentore dell’abitazione oggetto degli interventi a condizione che i medesimi abbiano sostenute le spese con intestazione al loro nominativo delle fatture e dei bonifici. Ovviamente il diritto alla detrazione compete per interventi realizzati su edifici esistenti e di qualsiasi categoria catastale, rurali compresi.
E’ doveroso ricordare che la detrazione fiscale è prevista per una somma massima di 100.000 euro per interventi di riqualificazione energetica e fino a 60.000 euro per opere relative all’involucro degli edifici. Per i nostri lettori è opportuno specificare che rientrano nelle opere di cui sopra interventi su edifici o parti di essi attinenti pareti, coperture e pavimenti, forniture e posa in opera di materiali per coibentazione, di nuove finestre comprensive di infissi e di miglioramento termico dei vetri esistenti. Sono inoltre detraibili fino ad un massimo di 60.000 euro le spese sostenute per l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda ed, infine, per un massimo di 30.000 euro quelle per la sostituzione, integrale o parziale, degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti dotati di caldaie a condensazione ed unitamente alla messa a punto del sistema di distribuzione.
In questa categoria viene compresa, con effetto dal 1 Gennaio 2008, la sostituzione, anche se parziale, di climatizzatori invernali con impianti dotati di pompa di calore ad alta efficienza oppure con impianti geotermici a bassa entalpia con contestuale messa a punto ed equilibratura del sistema di distribuzione. Detto che dal beneficio sono esclusi gli interventi effettuati durante la costruzione degli immobili, si deve precisare che il superbonus del 55% non è cumulabile con la detrazione IRPEF del 36% prevista per il recupero del patrimonio edilizio esistente, mentre sono compatibili altri tipi di incentivi come contributi o finanziamenti che dovranno essere assoggettati a tassazione separata.
Il limite massimo di detrazione spettante deve riferirsi all’unità immobiliare per cui deve essere suddiviso tra i contribuenti (come detto in precedenza detentori o possessori dell’immobile) che hanno partecipato alla spesa in ragione dell’importo effettivamente corrisposto. Analogamente per gli interventi di carattere condominiale l’ammontare massimo di detrazione è collegato a ciascuna delle unità immobiliari che compongono l’edificio con la sola eccezione dell’intervento di riqualificazione energetica che attiene all’intero edificio. Infatti in quest’ultima evenienza l’ammontare massimo di 100.000 euro dovrà essere ripartito tra i condomini che avranno diritto all’incentivazione fiscale. A tutte queste spese detraibili dovranno essere sommate quelle relative alle prestazioni professionali, quelle sostenute per la realizzazione degli interventi nonché quelle necessarie per ottenere la certificazione richiesta per l’ottenimento del beneficio.
Come avviene per le detrazioni fiscali del 36% per ristrutturazioni edilizie è condizione indispensabile che i pagamenti vengano effettuati mediante bonifico bancario o postale nei quali dovranno risultare la causale del versamento, il codice fiscale del contribuente beneficiario della detrazione, il codice fiscale o partita IVA del soggetto in favore del quale il pagamento viene effettuato. Infine, sempre in analogia con le detrazioni fiscali del 36%, sulle fatture dovrà essere specificato il costo della manodopera utilizzata per la realizzazione delle opere.

Il terremoto, il libretto casa e l’Anci

Sembra che il terremoto de L’Aquila e di parte della sua provincia abbia aperto la strada a tutti quei provvedimenti che più volte erano stati proposti e che da più parti, ovviamente da Confedilizia in primo luogo, erano stati non solo contestati, ma anche contrastati con successo nelle rispettive sedi di competenza. Alla polizza contro le calamità naturali (ma lo sono sempre?) sulla quale abbiamo espresso nelle settimane precedenti la nostra opinione - con particolare riferimento a quanto già viene corrisposto dai proprietari di casa ai consorzi di bonifica per interventi su corsi d’acqua di varia importanza e senza considerare quello che già viene prelevato per lo stesso motivo dalla fiscalità generale – viene ora ad aggiungersi un vecchio cavallo di battaglia da parte di lobby interessate alla creazione di questo nuovo bussiness: il libretto casa. Non poteva mancare, ovviamente fra coloro che spingono per istituire questo strumento, bocciato più volte per i ricorsi da noi promossi, l’Anci, sempre pronta ad imporre oneri a condomini e proprietari di casa. L’associazione menzionata non solo ha riproposto l’adozione del “libretto casa”, ma avanza anche la pretesa di indicare le soluzioni per raggiungere lo scopo, suggerendo che il libretto “venga redatto in una veste semplificata eliminando tutti gli aspetti problematici che hanno causato il ricorso al Tar della Confedilizia”.
Dall’Anci viene tuttavia dimenticato, volutamente, che la questione del libretto non può essere semplicemente risolta con delle “semplificazioni”: la legge – come chiaramente e testualmente specificato dalla sentenza del Tar – “non ammette interventi ed opere generalizzate sugli edifici di qualunque genere, età e condizione. Di conseguenza, sempre secondo la disposizione cui ci riferiamo, gli accertamenti, al fine di evitare oneri eccessivi e senza riguardo al loro peso sulle condizioni economiche dei proprietari, devono essere suggeriti solo in caso di evidente indifferibile ed inevitabile necessità, se del caso con graduazione dei rimedi da realizzare”.
Evidente quindi che il libretto casa è connesso solo a quei casi di necessità “evidenti, indifferibili ed inevitabili”! Ma probabilmente – anzi certamente – l’Anci, sempre pronta a pontificare, dovrebbe avere il buon gusto di continuare la lettura della sentenza del Tar. Così facendo apprenderebbe che nella medesima norma si dice anche questo: “né vale obiettare che, in fondo, il fascicolo serve alla massimizzazione della sicurezza e ad evitare tragedie quali quelle connesse a crolli di interi edifici, in quanto, nei casi di specie (casi di crolli, n.d.r.), mancò non già il fascicolo di fabbricato, bensì un attento controllo pubblico che sarebbe stato necessario esercitare per tempo e che le P.A. aveva e ha titolo di svolgere indipendentemente dall’esistenza del fascicolo stesso”.
Ci permettiamo far notare all’Anci ed ai suoi autorevoli rappresentanti che dall’evento tragico del terremoto in Abruzzo – e non erano da meno altre calamità pseudo naturali occorse nell’ultimo cinquantennio – si sarebbero dovuti trarre insegnamenti molto più importanti ed indicazioni più esaustive di un semplice “libretto casa”. Fra questi, ad esempio, la necessità da parte degli enti locali (che poi sarebbe un semplice atto dovuto ) di svolgere il proprio compito di controllo sui progetti presentati e, più ancora, sull’osservanza delle norme, ovviamente anche quelle sismiche, all’atto della costruzione degli edifici Non sarebbe questo il compito più importante?

venerdì 1 maggio 2009

L’assicurazione degli immobili per le calamità naturali

Il tragico terremoto che ha colpito l’Aquila e parte della sua provincia ha riaperto le discussioni sull’eventualità di obbligare i proprietari di case a provvedere alla stipula di una polizza contro le calamità naturali (terremoti, alluvioni, frane, etc.). La questione viene riproposta tutte le volte che si verificano casi eclatanti come è stato quest’ultimo sisma, causa non solo di gravissimi lutti, ma di danni enormi alle costruzioni – pubbliche e private – sia quelle più vecchie che quelle di recente o recentissima edificazione.
Ovviamente in questa sede non vogliamo esaminare le responsabilità, certamente notevoli e che saranno chiarite dalle indagini della magistratura, di coloro i quali non hanno rispettato le norme antisismiche che pure esistevano (in particolare in zone ad alto rischio sismico come nel caso dell’Aquila e di gran parte del suo territorio provinciale) ma sottolineare la contraddittorietà di un provvedimento che, se attuato, rappresenterebbe un modo semplicistico di risolvere un problema senza valutarne le problematiche generali e le implicazioni di un’applicazione generalizzata.
Infatti l’obbligatorietà della polizza assicurativa, per avere la possibilità di ottenere un risultato pratico come la copertura di una percentuale non marginale del valore dell’immobile distrutto o danneggiato dall’evento calamitoso, non potrebbe che essere riferita a tutti i proprietari – ovviamente ci preoccupiamo della piccola proprietà rappresentata da quei cittadini che con enormi sacrifici sono riusciti ad avere una propria abitazione - indipendentemente dal grado di rischio della zona ove l’abitazione è costruita e, di conseguenza, con un premio non correlato al rischio effettivo e cioè non proporzionale alla possibilità che un evento accada. Questo perché nel caso in cui fosse valutato il grado di rischiosità ci troveremmo in presenza di polizze molto basse e, al contrario, di altre molto alte ove si volesse contare su una somma da liquidare piuttosto consistente.
Da non trascurare poi la questione relativa agli eventi di tipo alluvionale che vedono già i proprietari di casa soggetti al pagamento della “tassa” dei Consorzi di bonifica ai quali dovrebbe essere demandato il compito di evitare il verificarsi di danni a beni e cose dei cittadini ad eccezione, ovviamente, dei casi veramente eccezionali perché spesso sono considerati tali anche quelli che rientrano nella normalità ma capaci di provocare tragedie per l’incuria e la mancanza di interventi da parte degli enti preposti e responsabili della conservazione di fiumi e corsi d’acqua minori.
Come si può ben comprendere ci troviamo di fronte ad un provvedimento che presenta non poche problematiche, per cui sarebbe opportuno che venisse valutato con la massima attenzione al fine di evitare la possibilità di ricorsi da parte dei proprietari – e delle loro associazioni – per un’eventuale obbligatorietà della polizza al solo fine di fare cassa e senza tenere conto delle particolarità – solo marginalmente – evidenziate in queste brevi righe.
Non sarebbe male se il governo ritenesse opportuno concordare l’istituzione della polizza assicurativa anti-calamità in sintonia con le associazioni dei consumatori e quelle della proprietà edilizia. Certamente sarebbe un modo di attuare, nell’eventualità che questa poi fosse l’intenzione, un provvedimento serio, condiviso e quindi accettabile.