lunedì 4 febbraio 2008

Acqua: un grande mistero

E’ di questi giorni la polemica verificatasi a Firenze in merito all’acquisizione da parte di un socio privato di una consistente quota di Publiacqua. Francamente credo che il cittadino non riesca a comprendere come invece di perdere tempo in queste cose non ci si preoccupi di rendere il servizio della società che gestisce questo irrinunciabile bene più a misura di utente, eliminando logiche di gestione non più attuali.
Allo stesso modo, non è chiaro come sia possibile che le utenze intestate direttamente ai condomini provochino la cessazione del servizio qualora sussista la presenza di un solo condomino “moroso”. In casi simili sarebbe possibile, senza grossi aggravi economici e creando nuovi posti di lavoro, instaurare con il singolo utente un rapporto diretto capace di eliminare una volta per tutte questa grave ingiustizia.
Abbastanza ridicola risulta la giustificazione fornita dall’ente erogatore del servizio - in questo caso Publiacqua - che attribuisce alla presenza di un contatore generale condominiale (e quindi di un unico soggetto sottoscrittore del contratto) l’impossibilità di instaurare un rapporto con i singoli condomini.
E’ semplice controbattere che basterebbe emettere una bolletta ai singoli condomini ed una al condominio, per le consuete e classiche eccedenze, senza creare alcun problema tecnico ma, semplicemente, agevolando la vita del cittadino.
Chi ha interesse a lasciare inalterato lo stato delle cose nonostante le frequenti denunce degli organi di informazione e le prese di posizione del Difensore Civico Regionale?
Inoltre esiste ancora un grosso problema che Publiacqua dovrebbe affrontare ed è quello delle mega-bollette per perdite occulte – praticamente le dispersioni d’acqua che si verificano per rottura di tubazioni interrate – che spesso gravano in modo economicamente rilevante sulle famiglie (in questo caso condominio o singola abitazione sono sulla stessa barca) costringendole ad un ulteriore riduzione delle proprie risorse economiche.
Si tratta, è vero, di un problema dei singoli e non di Publiacqua. Ma se l’addebito in bolletta avvenisse sempre e comunque in base ad una lettura effettiva e non a ripetute letture “presunte”, ci sarebbe modo per gli utenti di intervenire prima sull’eliminazione delle perdite occulte.
Non attendendo mesi e mesi si eviterebbe che questi ultimi vedessero evidenziata la dispersione in bolletta mediante un addebito abnorme.
Non credo sia difficile trovare una soluzione a questo problema.
In tutti i casi, se l’acqua è un bene di tutti, come potremmo fare per ottenere dagli enti erogatori (non solo Publiacqua ovviamente) il 45% delle dispersioni che si verificano sulle tubazioni pubbliche?

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