giovedì 12 febbraio 2009

Gli amministratori di condominio. Tra etica e morale

Puntuali come l’alternarsi delle stagioni appaiono sugli organi di informazione notizie di amministratori di condominio che hanno pensato bene - anzi, male - di togliere il disturbo portandosi via la cassa oppure lasciando una mole notevole di debiti, avendo usato le risorse dei condomini per uso personale. Non di rado e per non dire spesso o sempre, famiglie che già devono subire i morsi di una situazione economica difficilissima (non a caso i livelli di morosità si sono particolarmente dilatati nell’ultimo anno toccando percentuali molto alte) sono costrette a pagare due volte oneri condominiali già versati all’amministratore e che insieme a quest’ultimo hanno preso il volo.
Purtroppo, anche se fortunatamente casi del genere sono pochi in confronto al grande numero di amministratori che operano in modo corretto, l’enfasi e lo spazio che viene dato a queste notizie da parte dei media porta l’opinione pubblica, particolarmente colpita da questo genere di informazioni, a fare di tutta l’erba un fascio accomunando nella disonestà, o nella migliore delle ipotesi nel sospetto, tutta una categoria che non meriterebbe simili ingiurie.
Vorrei ricordare ai nostri lettori che ci troviamo di fronte ad un professionista del tutto “sui generis”, in quanto svolge un’attività che non ha uguali fra quelle consuete, riferite ad un settore specifico e non ad un ampio spettro di ambiti come quella dell’amministratore di condominio. Si spazia, nel nostro caso, dal tecnico al giuridico, dal sociale fino allo psicologico, qualora siano da affrontare i problemi derivanti dai rapporti interpersonali all’interno degli edifici. Senza considerare, e sarebbe uno degli aspetti di maggior valenza e spessore, la possibilità di rappresentare con il proprio lavoro un valido strumento di collaborazione con la pubblica amministrazione ed in particolare con gli enti locali.
Non è un caso che in Germania i condomini, e di conseguenza gli amministratori, siano da tempo un punto di riferimento importantissimo per le politiche di smaltimento rifiuti e la raccolta differenziata o per la soluzione del grosso problema degli asili nido, tramite strutture condominiali appositamente create con la collaborazione ed il contributo dell’ente pubblico.
Una visione forse avveniristica, almeno per il nostro paese ed in qualche modo difficile da far comprendere alla maggior parte degli amministratori che ancora oggi, purtroppo, continuano a vedere la loro professione esclusivamente in funzione della redditività. E mentre ciò accade, viene lasciata da parte quella che sarebbe la parte più stimolante di un lavoro, sicuramente difficile e pesante, che tuttavia permetterebbe di assumere un’importanza cruciale nella vita sociale del condominio e non solo. Indubbiamente, questo modo limitato di interpretare la propria professione da parte degli amministratori è stato il motivo principale della scarsa considerazione nei loro confronti da parte della politica e dell’assoluta discriminazione dell’ente condominio, in attesa di una necessaria riforma da moltissimi anni.

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