mercoledì 22 ottobre 2008

Tassi di interesse: grave colpo per le famiglie

Anche se negli ultimi giorni l’Euribor, che è il parametro di riferimento per i mutui variabili, ha visto un piccolo ribasso per la decisione della BCE di ridurre il costo del denaro, è assolutamente indiscutibile che la lievitazione della rata abbia messo in grave crisi milioni di famiglie. Si tratta di circa 3,2 milioni di nuclei davanti ai quali, soprattutto per quel milione di questi che stenta a pagare le rate, si presenta lo spettro del pignoramento, che significa la perdita della casa.
Se è vero che le procedure di esecuzione, come del resto tutto il comparto della giustizia civile, hanno tempi molto lunghi (circa 6 anni e mezzo) per cui l’esecutato non si trova senza l’alloggio dall’oggi al domani, è innegabile che queste situazioni comportano enormi problemi per la qualità della vita, anche psicologica, delle persone che sono costrette a subirle.
Quando i costi del mutuo vedono un aumento mensile medio di circa €. 220 e quindi per €. 2.640,00= annui è abbastanza evidente che diventa difficile riuscire a far fronte al pagamento della rata del mutuo, con la conseguenza di incorrere nelle procedure di pignoramento da parte delle banche.
La possibilità di rinegoziare i mutui o la loro portabilità – cioè il trasferimento da una banca all’altra senza costi aggiuntivi – potrebbe permettere di ridurre la rata (ovviamente cambierebbero durata ed ammontare degli interessi corrisposti). Tuttavia, rimangono l’indiscutibile peso che le famiglie sono costrette ad accollarsi e le difficoltà da affrontare, in aggiunta alle altre problematiche connesse al continuo aumento dei beni di consumo – anche primari come pane e pasta – e delle tariffe ormai senza limiti e senza freni.
Si pensi in proposito che le tariffe dell’acqua a Firenze sono aumentati dal 2006 del 14%, quelle del gas ed energia del 25% e quelle sui rifiuti del 20-25%, contribuendo quindi a rendere ancora più complicata la vita delle famiglie e ad aumentare il numero di quelle che arrivano o superano la soglia di povertà. Se una famiglia è costretta a pagare per i servizi pubblici locali circa €. 2.500,00= annui significa che il 10% del proprio reddito viene speso per questi motivi.
Un quadro preoccupante e desolante, soprattutto se teniamo conto che manca da tempo nei cittadini quel senso di fiducia e di speranza che ci faceva guardare al futuro in maniera più serena.

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