mercoledì 8 ottobre 2008

Consumi acqua e condominio: Publiacqua ancora al centro dell’attenzione

Non c’è settimana che passi senza che gli organi di informazione si occupino di qualche condominio al quale viene tolta l’erogazione dell’acqua per la morosità di un singolo condomino e per importi di frequente abbastanza limitati rispetto alla somma complessiva dei consumi dell’edificio nel suo insieme.
Puntualmente, alle proteste dei cittadini colpiti da questo ingiusto provvedimento, si associa il Difensore civico regionale. Quest’ultimo, tuttavia, non è ancora riuscito a rendersi parte attiva per promuovere un tavolo di confronto con l’ente erogatore e le associazioni dei consumatori e degli amministratori di condominio.
Se il provvedimento - ripeto abnorme rispetto al danno effettivo che Publiacqua riceve dalla morosità del singolo soggetto e che dovrebbe essere garantito dal deposito cauzionale, quasi sempre superiore alla somma da riscuotere (ma anche questo è uno dei misteri di questa partecipata in quanto non si capisce bene a che titolo esista se poi non viene usato in questi casi specifici) – è già discutibile quando è rivolto ad un condominio “privato”, diventa assolutamente incomprensibile in presenza di edifici gestiti dai vari Comuni attraverso Casa Spa od enti simili.
Infatti, la posizione giuridica della persona che non versa quanto dovuto per i consumi dell’acqua ( e la stessa cosa vale per i contributi condominiali in generale) è quella di conduttore dell’appartamento per cui la responsabilità finale ricade esclusivamente sul proprietario che deve garantire le obbligazioni nei confronti del condominio. Ed allora c’è da chiedersi come mai Publiacqua non provveda a pretendere dalle amministrazioni pubbliche proprietarie del bene, avvalendosi anche di eventuali strumenti legali previsti in materia di oneri condominiali, il versamento di quanto dovuto dal “moroso” lasciando poi a queste il diritto di recuperare quanto dovuto dall’inquilino con i provvedimenti giudiziari previsti.
D’altro canto, risulta immensamente più facile scaricare su tutti gli altri l’onere di un’obbligazione dovuta da chi, a ben guardare, è anche azionista della “partecipata”, non preoccupandosi minimamente dei diritti di chi ha già rispettato il proprio impegno pagando i propri consumi regolarmente.
Proprio la scorsa settimana ci eravamo occupati di una sentenza della Corte di Cassazione a sezioni riunite relativa alla solidarietà condominiale in merito alle obbligazioni contratte dal condominio e per questo sembra lecito chiedersi il perché una ditta privata debba avere diritti inferiori rispetto ad una – Publiacqua – che lo dovrebbe essere altrettanto anche se gli azionisti sono enti pubblici.
Ritenere che sia giunto il momento di risolvere una volta per tutte questo problema credo sia il minimo che si possa pensare, così come sperare che il ricatto della sospensione della fornitura (ma è giusto sospendere un servizio essenziale come quello dell’acqua) sia definitivamente abolito da una norma specifica e, soprattutto, da una nuove e razionale revisione complessiva dei rapporti contrattuali fra condomini ed ente gestore.

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