martedì 11 marzo 2008

Controllori e controllati

Nell’ambito del rispetto delle regole e del mandato, che dovrebbe essere alla base del comportamento dell’amministratore, affrontiamo questa settimana la situazione – presente in modo tutt’altro che trascurabile nell’ambito della professione – della partecipazione a società che si occupano dei servizi di vario genere per il condominio.
Si tratta di una delle questioni più delicate che desta non poche preoccupazioni al fine della trasparenza nella gestione del condominio che abbiamo, come Confedilizia, posto come requisito essenziale per l’accettazione dell’iscrizione ai nostri Registri di Amministratori.
Tralasciando qualsiasi implicazione giuridica, che pure sarebbe importante affrontare, l’approccio etico del professionista viene ad incidere nella sfera della moralità, base essenziale per instaurare un serio e corretto rapporto di mandato quale quello che viene a determinarsi fra il condominio ed il suo amministratore.
E’ facilmente comprensibile come, nel momento di gestire un intervento di ristrutturazione o di manutenzione (ordinaria o straordinaria poco importa) da parte di un’impresa, l’Amministratore venga ad assumere un ruolo importantissimo come quello di controllore della buona riuscita del lavoro e del rispetto dell’applicazione integrale degli accordi previsti dal contratto d’appalto.
E’ intuibile quanto la partecipazione diretta dell’Amministratore nell’Impresa - anche se di capitale - con il possesso di quote più o meno consistenti determini una doppia veste di controllore e controllato che non può essere assolutamente accettata in quanto incompatibile ai fini del rispetto degli interessi del condominio.
Anche di questo le Associazioni che rappresentano gli Amministratori dovrebbero farsi carico al fine di moralizzare un settore che ha bisogno di ricrearsi un immagine che, per fortuna grazie a pochi, risulta abbastanza compromessa.

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