lunedì 14 gennaio 2008

Il condominio e le barriere architettoniche

Auspicabile la solidarietà condominiale in aiuto dei più deboli
Spesso nell’attività dell’amministratore di condominio sono pochi i momenti di vera e propria soddisfazione ed altrettanto limitati quelli in cui il proprio lavoro ha un senso ed una validità sociale. Uno di questi è quando circostanze favorevoli, non sempre ottenibili nell’ambito condominiale (frequentemente soggetto ad interessi del singolo più che a quelli della collettività), consentono all’amministratore di risolvere i problemi derivanti dall’esistenza di barriere che rendono difficile l’uso delle parti comuni dell’edificio ed in modo particolare in quelli realizzati prima dell’emanazione di leggi che finalmente, anche se non compiutamente, hanno preso in esame anche questo tipo di problema.
Eppure, basterebbe riuscire a comprendere che sono incluse nel concetto di disabilità le situazioni inerenti persone anziane, donne in stato di gravidanza, coloro che sono reduci da interventi chirurgici (in particolare agli arti) in conseguenza di incidenti di qualsiasi genere ed in definitiva a tutti quelli che, sia pure momentaneamente, si trovano nella condizione di non poter usufruire della completa facoltà motoria.
Pensiamo a quanto diventi difficile vivere in un edificio dove non esista l’impianto di ascensore e quanto ciò si possa tradurre, per le persone anziane, nell’impossibilità di mantenere una vita sociale attiva e, di conseguenza, provocare un progressivo isolamento all’interno dell’abitazione rendendo necessario l’intervento delle strutture pubbliche per un aiuto pratico (la spesa giornaliera, il ritiro della corrispondenza, lo svolgimento di pratiche burocratiche, etc.)
La stessa difficoltà, sia pure in proporzione ridotta, si verifica quando esistono scale che rendono difficile entrare e/o uscire dal proprio appartamento trasformandosi in vere e proprie montagne dalle cime irraggiungibili per chi ha difficoltà motorie.
Un semplice monta-scale potrebbe aiutare a superare l’ostacolo, ma, più spesso di quanto si creda, la mancanza di sensibilità e l’assenza di solidarietà (sbandierata a parole ma non nei fatti) ne rendono difficile l’installazione, a meno che la relativa spesa non sia assunta direttamente dal disabile.
In direzione di un intervento davvero efficace sul problema, sarebbe opportuno riempire un vuoto legislativo che allo stato attuale semplifica la possibilità di realizzazione per l’aspetto normativo, ma non si occupa affatto delle questioni inerenti la parte economica.

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