venerdì 7 maggio 2010

A proposito di "federalismo fiscale"!!!

Ci eravamo posti più volte la domanda su come sarebbe stato interpretato il “federalismo fiscale” tanto sbandierato in questi ultimi mesi e sul quale sembra che si debba giocare la vita stessa del Paese, per altro scosso da ben altri problemi ed ancora più preoccupato per le notizie poco rassicuranti che provengono dai nostri vicini greci. Tuttavia, ancora non abbiamo ricevuto notizie precise su finalità e contenuti di un provvedimento al quale vengono attribuite proprietà talmente eccezionali da risolvere per sempre problemi di tutti i tipi e di qualsivoglia natura.
Il Paese è economicamente allo sbando? Ci pensa il federalismo fiscale! Gli enti locali versano in cattive acque per una dissennata politica della spesa? Ci pensa il federalismo fiscale! I cittadini (non parliamo poi dei consumatori) non hanno – salvo rarissime eccezioni - più fiducia nelle loro istituzioni? Niente paura: ancora una volta, ci pensa il federalismo fiscale!
Questa la cornice di un quadro che, ribadiamo, deve essere completamente disegnato, partendo dal presupposto che sarà comunque difficilissimo mettere insieme una gamma armonica di colori in quanto il pennello passa da una mano all’altra senza un senso logico ed un efficace coordinamento del grandissimo numero di soggetti che, necessariamente, dovranno dire la loro.
Nel nostro piccolo a Campi Bisenzio abbiamo avuto la prova, purtroppo, di cosa ci aspetta. E’ accaduto in occasione di un recente consiglio comunale nel corso del quale ad una precisa richiesta di togliere l’ICI (prevista al 4,8 per mille con applicazione delle detrazioni) per le abitazioni a canone concordato al solo fine di favorire il ritorno sul mercato di qualche appartamento da cedere in locazione a chi si trova in difficoltà nella ricerca di una casa, c’è stata una sollevazione di sindaco e giunta che hanno giudicata la proposta una sorta di reato di lesa maestà – meglio sarebbe dire di “lesa tassazione” – e di attentato alle risorse economiche del comune.
A niente è servito spiegare che si sarebbe trattato di un incentivo “simbolico” visto il numero limitato degli appartamenti comunque reperibili (10 o 20 sarebbe già un numero importante per alleviare la penuria di alloggi ma evidentemente insufficiente per risolvere in modo esaustivo il problema) e del tutto insignificante per le risorse dell’amministrazione comunale. La somma in discussione, infatti, sarebbe stata nell’ordine dei 4/5.000 euro annui, recuperabili forse con una semplice riduzione di spese superflue e/o comprimibili senza alcun danno. E neppure è servito far notare che la stessa somma, senza voler economizzare su altre voci, poteva essere recuperata semplicemente con il risparmio dell’importo da erogare per contributi in conto locazione, in quanto (è semplicemente una piccola operazione di matematica elementare) i canoni concordati sono quasi la metà di quelli liberi.
E’ stata la classica dimostrazione pratica di come sarà interpretato il federalismo fiscale da chi ci amministra a livello locale. Inoltre, si è avuta la conferma – cosa che abbiamo sostenuto in molte occasioni – che pur cambiando le regole non si modifica niente se non cambiano la mentalità ed il comportamento dei nostri amministratori.

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