venerdì 3 aprile 2009

Il condominio e le coperture in Eternit

Il nome mette paura solo a pronunciarlo: “mesotelioma” (cancro della pleura provocato soltanto – o quasi – dall’amianto). Ogni anno è responsabile di 4000 vittime, che non sono più da ricercarsi esclusivamente nei lavoratori od ex-lavoratori, esposti a questa sostanza killer nell’esercizio della loro professione: all’incirca per il 30% viene scoperto in persone che ne risultano essere od esserne state esposte nell’ambiente o nella propria casa. Ed impressionanti in tal senso sono i dati rilevabili da un recente articolo, interessantissimo e molto preciso, del Corriere della Sera. In questo viene affermato che “dei quasi 3 milioni e 700mila tonnellate di amianto lavorati dal dopoguerra ben il 70% è stato impiegato nell’edilizia” rendendo quindi le abitazioni e conseguentemente gli edifici in condominio, come le prime responsabili dell’insorgere di questa malattia. Diventa quindi importantissimo che, sia pure senza allarmismi di sorta in quanto la criticità si verifica in presenza di particolari condizioni di manutenzione dei manufatti, la presenza di questa sostanza (presente nelle lastre di cemento-amianto – meglio conosciuto come “eternit” - che sono state usate per le coperture, per le cisterne e le tubazioni di adduzione dell’acqua, per isolamento termico e via dicendo) sia costantemente monitorata, avendo l’accortezza di intervenire con gli opportuni provvedimenti nel caso in cui queste “condizioni” inizino a verificarsi. Pur essendo l’amianto vietato fino dal 1992, ne esistono ancora quantità enormi (sempre nella ricerca che ho accennato in precedenza si parla di circa 23 milioni di tonnellate). Poco è stato fatto per limitare, se non eliminare del tutto, il pericolo derivante dall’esposizione a questa sostanza nonostante quanto previsto dalla legge 257 che imponeva alle Regioni di effettuare un censimento preciso e compiuto della presenza di amianto – in particolare quello friabile – per avere una mappatura completa e circostanziata del problema ed assumere le adeguate ed opportune contromisure. Se addirittura tre Regioni, oltre alla Provincia autonoma di Trento, non hanno fatto niente dopo ben 17 anni ormai trascorsi dall’adozione della legge, anche le altre non sono andate molto lontano limitandosi ad una mappatura parziale ed assolutamente non esaustiva. Eppure, stiamo parlando della vita di migliaia di persone che, anno per anno, vengono sottoposte al rischio altissimo di contrarre il “mesotelioma”! E se è vero che poco è stato fatto da parte del Governo, delle Regioni e degli enti locali per incentivare le opere di bonifica e l’eliminazione dell’amianto (comprese i manufatti di cemento-amianto) è altrettanto provato che da parte dei privati – condomini compresi – il problema è stato sottovalutato. Tanto che molti hanno omesso di rispondere alle informative inviate dai (ben pochi) Comuni che in tal senso si sono attivati. In questo caso, come in molti altri inerenti la sicurezza e la salute, si tende ad anteporre il costo dell’intervento alla necessità di eliminare fonti di pericolo ed inquinamento preferendo il rischio di contrarre una malattia gravissima alla logica della prevenzione. In tutto questo lo Stato interviene poco e male: il Ministero dell’ambiente ha stanziato nel 2001 solo 9 milioni di euro (peraltro da destinare anche alla mappatura dei siti a rischio) e gli ulteriori fondi messi a disposizione con la finanziaria del 2008 – ulteriori 5 milioni – sono stati annullati recentemente preferendo dirottarli da altre parti. Qualcuno potrà obiettare che non esiste alcun obbligo di rimozione - ma solo un generico e non controllato dovere alla manutenzione in buono stato – ma non sarebbe il caso di pensare a quanto è più importante prevenire invece di versare lacrime amare quando potremmo essere destinatari di una tragica sentenza: “mesotelioma”?

Nessun commento: